La fila alle poste.

La fila alle poste.

Scauri, metà anni novanta, una bambina viene trovata morta con una ferita alla testa, era a casa da sola con la madre, nessuno è stato visto entrare o uscire dal condominio in cui abitano, il padre era lontano per lavoro, la madre è la principale indiziata.

Scauri, nello stesso tempo, Lea Russo, rimpiange la morte di Vittoria, avvenuta tre anni prima. Un’amica, poteva chiamarla amica? una donna che ha saputo portare nella sua vita eleganza, bellezza, generosità, tanta vita e moltissimo amore. 

Lea è un avvocato che ha scelto la provincia per esercitare la professione e ancora si chiede come ci stia riuscendo. Assieme al marito Luigi sta crescendo due figlie, Silvia e Giulia, convivendo giornalmente con dubbi e sicurezze, speranza e rassegnazione, coraggio e timore. Quando il marito di Giovanna, la presunta madre omicida, le propone di accettarla come cliente e di prenderne le parti in tribunale non sa se accettare anche se le torna spesso in mente una frase: “anche i colpevoli hanno diritto ad una difesa”.

Se poi ci si mettono anche le suore del convento a rimestare vecchi rancori del passato allora solo il cercare di ascoltare le voci di paese e il mettersi dalla parte dei deboli riuscirà a far emergere la giusta prospettiva per scoprire la verità. 

Chiara Valerio, dopo “Chi dice e chi tace” torna nella Scauri dove è nata e cresciuta e con questo secondo romanzo che ha protagonista l’avvocata Lea Russo, ci regala la speranza di un possibile sequel soprattutto se ben costruito su trama, scrittura e personaggio come questo appena uscito. Ideale come lettura estiva, leggero e con una dose di piccante che tiene incollati alle pagine regalando ai lettori momenti di grande piacere.

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