Fallimento della moneta. Banche, debito e crisi. Perché bisogna emettere una moneta pubblica libera dal debito (Il)

Riferimento: 9791259672940

Editore: Fazi
Autore: Grazzini Enrico
Collana: Le terre
In commercio dal: 23 Giugno 2023
Pagine: 444 p., Libro in brossura
EAN: 9791259672940
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Fallimento della moneta. Banche, debito e crisi. Perché bisogna emettere una moneta pubblica libera dal debito (Il)

Fallimento della moneta. Banche, debito e crisi. Perché bisogna emettere una moneta pubblica libera dal debito (Il)

 

Descrizione

Da dove nasce la moneta? Pochi lo sanno ma oltre il 90 per cento della moneta viene creata dal nulla dalle banche commerciali per il loro profitto. Lo Stato ha ceduto la sua sovranità monetaria a enti privati che, grazie al privilegio di creare moneta, ottengono utili immensi e un potere enorme. Il problema è che la moneta delle banche è sempre emessa come credito e dunque entra nell'economia sempre e solo come debito. Ma un'economia fondata sul debito è destinata al fallimento. Inoltre la privatizzazione della moneta fa crescere le diseguaglianze ed è all'origine delle frequenti e violente crisi finanziarie che sconvolgono la società provocando povertà e disoccupazione. Per superare questo sistema ingiusto e insostenibile l'autore propone che la nuova moneta digitale venga trattata come un bene pubblico gestito dalla società civile, e che sia emessa libera dal debito. In democrazia le banche centrali dovrebbero aprirsi al pubblico ed essere governate dalle organizzazioni del lavoro, delle imprese e dei consumatori. Così finalmente il sistema monetario potrebbe soddisfare l'interesse collettivo. «L'analisi molto accurata di Enrico Grazzini», scrive Sergio Rossi nella prefazione, «chiarisce in modo incontrovertibile la necessità di un cambiamento radicale nell'emissione della moneta allo scopo di rendere il sistema monetario democratico». «Le soluzioni proposte dall'autore», sottolinea Mauro Gallegati nell'introduzione, «possono sembrare utopistiche: tuttavia esse rappresentano un orizzonte e un traguardo su cui vale certamente la pena di riflettere per orientare i programmi di riforma di un sistema, come quello monetario, che oggi mostra tutti i segni di una crisi profonda e forse irreversibile».