Stato, grande spazio, nomos

Riferimento: 9788845930287

Editore: Adelphi
Autore: Schmitt Carl, Maschke G. (cur.), Gurisatti G. (cur.)
Collana: Biblioteca filosofica
In commercio dal: 05 Novembre 2015
Pagine: 527 p., Libro rilegato
EAN: 9788845930287
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Descrizione

Molto tempo prima che venisse coniato il semplicistico termine di globalizzazione, Carl Schmitt aveva visto, con lucidità profetica, come l'universalismo dell'egemonia anglo-americana fosse destinato a cancellare ogni distinzione e pluralità spaziale in un mondo unitario totalmente amministrato dalla tecnica e dalle strategie economiche transnazionali, e soggetto a una sorta di 'polizia internazionale'. Un mondo spazialmente neutro, senza partizioni e senza contrasti - dunque senza politica. Per Schmitt non il migliore, ma il peggiore dei mondi possibili, sradicato dai suoi fondamenti tellurici. Fedele alla 'justissima tellus', Schmitt persegue invece l'idea che non possa esservi 'Ordnung' (ordinamento) mondiale senza 'Ortung' (localizzazione), cioè senza un'adeguata, differenziata suddivisione dello spazio terrestre. Una suddivisione che superi però l'angustia territoriale dei vecchi Stati nazionali chiusi, per approdare al 'principio dei grandi spazi': l'unico in grado di creare un nuovo 'jus gentium', al cui centro ideale dovrebbe tornare a porsi l'antica terra d'Europa, autentico 'katechon' di fronte all'Anticristo dell'uniformazione planetaria nel segno di un unico signore del mondo. Certo è che la prospettiva di Schmitt, già delineata ottant'anni fa, appare oggi più attuale che mai, e il suo pensiero si conferma come essenziale per la lettura della nostra epoca.
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