Poeti, trovatori, cantastorie. Il Medioevo ri-suona a Bologna per Dante

Riferimento: 9788869238055

Editore: Bononia University Press
Autore: Brunetti Giuseppina
In commercio dal: 04 Giugno 2021
Formato: Libro in brossura
EAN: 9788869238055
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Poeti, trovatori, cantastorie. Il Medioevo ri-suona a Bologna per Dante

Poeti, trovatori, cantastorie. Il Medioevo ri-suona a Bologna per Dante

 

Descrizione

Il presente volume parte da un'iniziativa concepita nell'anno dantesco e sostenuta dal Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e dal Comune di Bologna: uno spettacolo in cui per la prima volta le poesie medievali di trovatori e trovieri, conosciute da Dante e citate nel De vulgari eloquentia, vengono ri-suonate a partire dalle musiche (consustanziali al testo verbale) trasmesse dai manoscritti antichi e arrangiate modernamente dal maestro Romeo ed eseguite dall'Ensemble Coblas esparsas (Clara Cocco, flauto; Miriam Fantacone, soprano; Elisabeth Reolid Felipe, viola; Carlo Piva, chitarra classica); un revival che riprende anche musiche successive di qualche decennio (è il caso del testo eseguito di Federico II di Svevia) o 'veste' con musiche originali altri testi: quelli goliardici dei Carmina Burana (che pure ebbero musica originaria e furono poi riletti nella celebre versione di C. Orff) o le liriche di Guinizzelli e Dante che, non concepite come quelle dei trovatori in sinolo con la musica - essendosi il cosiddetto 'divorzio' fra musica e poesia del tutto consumato -, sappiamo tuttavia che potevano assumere intonazione e peculiare musicabilità . Il termine tecnico del 'vestire' ricorre peraltro in Boccaccio ove se non si nomina l'amicizia con Casella - che notoriamente nella Commedia intona per Dante, dolcemente, la sua Amor che nella mente mi ragiona (Purg. II, 106-114), quella qui riproposta nella scrittura del maestro Romeo - si scrive esplicitamente: «Sommamente si dilettò in suoni e in canti nella sua giovanezza, e a ciascuno che a que' tempi era ottimo cantatore o sonatore fu amico e ebbe sua usanza; e assai cose, da questo diletto tirato, compose, le quali di piacevole e maestrevole nota a questi cotali facea rivestire». Dall'Introduzione