De Chirico e l'oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978). Ediz. illustrata

Riferimento: 9788836652051

Editore: Silvana
Autore: Pontiggia E. (cur.), Broglio F. (cur.)
Collana: Arte
In commercio dal: 05 Novembre 2022
Pagine: 192 p., Libro in brossura
EAN: 9788836652051
34,00 €
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De Chirico e l'oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978). Ediz. illustrata

De Chirico e l'oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978). Ediz. illustrata

 

Descrizione

Il volume, che comprende circa settanta opere provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma, ricostruisce due importanti momenti della pittura dechirichiana: la stagione barocca e la stagione neometafisica. La prima si sviluppa dal 1938 al 1968, quando de Chirico (che nel 1939 lascia Parigi e torna in Italia, dividendosi fra Milano e Firenze, prima di stabilirsi nel 1944 a Roma, dove rimarrà fino alla morte) si ispira a Rubens, ma anche a maestri diversi, da Dürer a Raffaello e Delacroix. Le sue opere non sono realiste, ma vogliono creare un mondo ideale e irreale, una finzione più vera del vero. Noi amiamo il 'non vero', scrive. E anche: La realtà non può esistere nella pittura perché in generale non esiste sulla terra. Le opere barocche, dunque, nonostante il loro apparente naturalismo, sono ancora meta-fisiche (letteralmente al di là della natura): sono cioè una metafisica della natura, rappresentano una natura che in natura non esiste. Il de Chirico barocco, inoltre, misurandosi con i maestri antichi e dipingendosi in abiti del passato, mette in discussione la modernità: è anzi il primo postmoderno. L'ultima parte è dedicata alla stagione neometafisica, cioè al decennio 1968-1978, in cui de Chirico riprende a dipingere manichini, Piazze d'Italia e altri enigmi, con nuove rielaborazioni e invenzioni. La neometafisica si differenzia dalle copie, che l'artista esegue quasi tutta la vita, per un mutamento di motivi e di significato. Con un'accentuata ironia, colori più accesi e cadenze più giocose, de Chirico si stacca dalla visione nichilista degli anni dieci e reinterpreta in forme più serene, anche se non prive di qualche malinconia, i temi del passato. Alla pittura pastosa della stagione barocca sostituisce una pittura fondata sul disegno e sulla costruzione nitida delle forme.